Nove monologhi che nascono in una vecchia soffitta, scaturiti dalle cose che stanno li da molto o da poco tempo, fatti rinascere dal suono di una fisarmonica. Nove donne che raccontano di se, tutte diverse ma in fondo tutte facce della stessa donna, in un gioco di rimandi e di citazioni, dove “le cose”, sono i pretesti e la “cattiveria” uno stato tutto da definire.

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